Giarre: incompiute, parchi chiusi, strade colabrodo, contese politiche. Finito il tempo dei trenini in piazza -
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Giarre: incompiute, parchi chiusi, strade colabrodo, contese politiche. Finito il tempo dei trenini in piazza

Giarre: incompiute, parchi chiusi, strade colabrodo, contese politiche. Finito il tempo dei trenini in piazza

Promesse, sorrisi ammiccanti e qualche pacca sulla spalla. E le frasi di circostanza: vedremo, faremo, prossimamente. Sarà nostro impegno. Parole e rarissime azioni.

A quasi un anno dall’amministrazione D’Anna non rimane che il ricordo dei trenini, delle urla sul palco di una voglia repressa di conquistare la città. E alla fine conta il risultato.

Una città ridotta ai minimi termini, con le strade dissestate, voragini ovunque. Appena otto vigili urbani destinati al controllo della viabilità: con le auto di servizio in officina, un comandante impegnato a svolgere molteplici compiti: vice segretario, dirigente di area, responsabile dell’archivio notarile, ragioniere generale.

Un trionfo di contraddizioni nella Giarre in cui un consulente esterno che avrebbe dovuto occuparsi della gestione contabile del Comune ha guadagnato con l’ex sindaco Bonaccorsi 18 mila euro in sei mesi, per poi raggiungere – con gli stessi obiettivi e neanche a conti fatti – gli oltre 30 mila euro in un anno con il sindaco D’Anna fino al recente titolo gratuito.

Una parabola che neppure nella chiesa del Carmine si era mai vista. Nel frattempo – al netto dei compensi – non si è neppure riusciti ad approvare in Giunta il Conto Consuntivo 2015! Denaro altalenante per i consulenti esterni, compresi quelli che avrebbero dovuto stravolgere la macchia organizzativa dell’Ente.

E poi quelle 17 mensilità non pagate agli operatori delle cooperative che, toccati direttamente, hanno compreso il fallimento di questa amministrazione, improvvisando una occupazione dell’aula consiliare giusta, legittima, ma tardiva. E un po’ personalistica.

Bei tempi quelli del palchetto in piazza Duomo. Già ma dal trenino si è passati ad una sola moto-ape disponibile che rattoppa le buche stradali.

Allora si capisce bene che le parole, le quotidiane perle di saggezza che inondano i social, non hanno cambiato di una virgola un sistema, quello del Comune di Giarre, con la “regola” dell’orticello da salvaguardare. Da proteggere a tutti i costi, magari in cambio di un favore. Di un figlio o fidanzato da impiegare in qualche seggio elettorale.

E poi tutti in fila i grandi risultati ottenuti in questi mesi di governo cittadino: Centro diurno di via Berlinguer: chiuso ad un anno dalla consegna definitiva dei lavori occupato da qualche camper; micro asilo di via Russo a Macchia: chiuso, nonostante il completamento delle opere e al centro di una inchiesta giudiziaria; centro civico di via Carducci, mai aperto con gli arredi e gli impianti elettrici, termici e idrici, pesantemente vandalizzati; la rotatoria di via Luminaria: incompiuta con la bretella che si ferma davanti ad un agrumeto; la voragine di via Ariosto a Santa Maria la Strada: 2 anni per eseguire i controlli statici, si attende solo che sprofondi la strada. Completamento teatro incompiuto: i cantieri sono fermi da due anni; parchi e aree a verde comunali: tutti chiusi, in larga parte per inagibilità e carenza di personale (ma non c’erano, un tempo, i giardinieri?).

E naturalmente i cavalli di battaglia di Città Viva: le strisce blu che, dall’arrivo del nuovo sindaco, hanno trasformato l’intera città in un gigantesco parcheggio a pagamento, con una proliferazione di stalli nel centro storico, che neppure a New York!

E poi l’ospedale. Infinite vuote parole, minacce di protesta, qualche sporadica manifestazione di piazza, puntualmente ignorata dai cittadini e la mortificante resa di una città intera dinanzi alle decisioni già prese da quei politici che hanno imbandito il tavolo sulla pelle dei cittadini del distretto giarrese.

L’ospedale con i pochi sopravvissuti di una spoliazione di servizi e ambulatori terrificante. Medici, infermieri, portantini, che girano come fantasmi in quelle lunghe e impolverate corsie di una gigantesca struttura trasformata in cattedrale del nulla.

E poi sullo sfondo la politica del Consiglio con i maldestri tentativi di screditare il presidente del Consiglio Longo, sventolando la minaccia della sfiducia, l’assessore ai Lavori pubblici che svolge un ruolo subalterno alla dirigente tecnica, le commissioni consiliari con le liturgiche visite nei luoghi del fallimento quotidiano dell’amministrazione.

Di un fatto siamo certi, non basteranno detersivi per ripulire una città ridotta a villaggio fantasma. Sommersa da una consolidata apatia avvolgente.

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