I precari siciliani preparano il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per salvaguardare il proprio lavoro -
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I precari siciliani preparano il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per salvaguardare il proprio lavoro

I precari siciliani preparano il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per salvaguardare il proprio lavoro

Il salone del Vascello del Municipio di Riposto ha ospitato ieri pomeriggio il convegno sul precariato pubblico degli Enti Locali ed Istituzionali della Regione Siciliana. Al centro del tavolo, le azioni di tutela nei confronti degli abusi del rapporto di lavoro a termine nella pubblica amministrazione siciliana.

Sono intervenuti, oltre al sindaco Enzo Caragliano, il dott. Gaetano Aiello, (esperto in materia di lavoro e pubblica amministrazione legislazione sul precariato pubblico e attualmente c/o la Vice Presidenza Vicaria dell’Assemblea Regionale Siciliana) e l’avv. Sergio Galleano, giuslavorista e legale delle cause dei dipendenti precari in tutte le giurisdizioni italiane e in Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Durante il convegno si è discusso sulla legislazione comunitaria vigente in materia di lavoro a tempo determinato, della specifica normativa siciliana e sugli abusi subiti dai lavoratori precari e precisamente: la legislazione siciliana in materia di rapporti di lavoro precario, la stabilizzazione prevista dalla normativa nazionale vigente e la disciplina comunitaria applicata negli Stati membri dell’Unione europea in materia di lavoro a termine nel pubblico impiego;  le possibili conseguenze del contenzioso del lavoro di massa nei confronti dello Stato italiano e della Regione Siciliana per l’abuso di contratti a termine nel pubblico impiego, alla luce della legislazione europea e della giurisprudenza comunitaria vigenti in materia.

Nel corso di un lungo e articolato confronto, sono stati affrontati – si legge in una nota – alcuni precisi temi, tra cui la mancata adozione di provvedimenti da parte della Regione Siciliana idonei alla definitiva stabilizzazione del personale precario dell’isola, l’illegittimità della legge regionale 27/2016, laddove indica una buonuscita di 40mila euro in 20 anni per i lavoratori che abbandonano il precariato; la proroga, fino al 2018, dei contratti di lavoro negli enti siciliani.

Altro tema dibattuto, il transito in Resais SPA dei lavoratori precari, in violazione di norme statali che comunitarie: l’intento del legislatore siciliano e far perdere i diritti maturati in quasi trent’anni di precariato nella pubblica amministrazione, a cui assegnare un contratto di natura privatistica,  al fine di essere assoggettati al “Job act”, con la complicità dei confederali, i lavoratori posso essere licenziabili senza giusta causa. Si è anche parlato della presenza di due disegni legge, la n. 741 e n. 742 giacenti dall’aprile 2014 in Commissione Lavoro, utilizzati dalla Regione Friuli Venezia Giulia per la stabilizzazione del loro personale precario e accantonati dal legislatore siciliano.

Al centro del dibattito anche la norma che il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, presenterà al Parlamento, per l’iter di approvazione, dove si definiscono i criteri di assunzione del personale che ha maturato 36 ore di contratto di lavoro nella pubblica amministrazione.

Infine è stata indicata la strada attraverso la quale il lavoratore precario può attivare una tutela effettiva, per avere riconosciuto i diritti maturati in trent’anni di lavoro precario nella pubblica amministrazione che il legislatore siciliano non vuole riconoscere.

Al dibattito ha preso parte anche il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano: “Plaudo all’iniziativa promossa dagli articolisti cui va il mio pieno appoggio, del resto è noto a tutti il percorso intrapreso già nei mesi scorsi, avendo condiviso la loro battaglia e partecipando, di recente, anche ad un incontro alla Regione.   Mi auguro che il ricorso contro Stato e Regione che i precari intendono presentare alla Corte di Giustizia Europea, possa avere un esito positivo, salvaguardando i diritti dei lavoratori e mettendo fine alle sofferenze delle amministrazioni pubbliche”.

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