Belpasso “si riprende” la sua Zona industriale. Il sindaco Caputo: “Basta con le promesse della Regione” -
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Belpasso “si riprende” la sua Zona industriale. Il sindaco Caputo: “Basta con le promesse della Regione”

Belpasso “si riprende” la sua Zona industriale. Il sindaco Caputo: “Basta con le promesse della Regione”

«La nostra Zona industriale di Piano Tavola è strategica per l’economia locale, le aziende soffrono disagi importanti e la Regione continua a fare promesse senza mantenerle. Noi da tempo diciamo basta a questa situazione di stallo e adesso è arrivato il momento di agire. Vogliamo prendere in mano direttamente la gestione dell’area. Del benessere delle nostre imprese se ne deve occupare il Comune e non più la Regione».

A parlare è il sindaco, Carlo Caputo, che è intervenuto in merito al degrado in cui versa l’area industriale di Piano Tavola, per via della cronica inefficienza manifestata da parte dell’Irsap (Istituto regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive), ente che fa capo alla Regione Siciliana e che negli ultimi anni non è riuscito a garantire alcun tipo di decoro, manutenzione e pulizia, né tantomeno infrastrutture e servizi necessari alle tante imprese insediate in questo territorio.

caputo-e-monteforte-1«Il Comune – spiega Caputo – vanta un credito di circa 4 milioni di euro nei confronti dell’Irsap e quindi della Regione, per vicende legate a terreni della Zona industriale. Abbiamo messo in atto tutte le procedure per il recupero di questa importante somma, che per il 30% vogliamo destinare alla riqualificazione delle nostre Zone industriali, che ricordo sono due: una di competenza comunale più vicina al centro urbano di Belpasso e una regionale che è quella di Piano Tavola. Il Comune chiederà alla Regione di essere autorizzato a intervenire anche su Piano Tavola, in deroga rispetto alle competenze dell’Irsap che in questi ultimi anni si è dimostrato essere – per usare parole diplomatiche – molto distante dalle esigenze del territorio».

Nello specifico, la vicenda del credito di 4 mln € verso la Regione Siciliana risale a diversi anni fa ed è legata all’occupazione illegittima di terreni comunali per ragioni di pubblica utilità da parte dell’allora Consorzio Asi – Area di Sviluppo Industriale, oggi sostituito dall’Irsap. Nel 2013 il sindaco Caputo, a tre mesi dal suo insediamento, rimise in discussione una soluzione transattiva individuata dalla precedente amministrazione comunale che prevedeva per l’Irsap il pagamento di quasi 443.000 euro nel quadro di un accordo di risarcimento chiuso il 15/3/2012. Caputo non ritenne congrua la somma e proseguì per via giudiziaria, ottenendo con sentenza Cga 30/2016 depositata l’8/2/2016 il riconoscimento di un credito di oltre 4 milioni di euro a chiusura del contenzioso. Un risultato molto proficuo, che ha reso al Comune una somma ben dieci volte superiore a quella inizialmente pattuita. Tuttavia, l’Irsap non ha corrisposto quanto dovuto e  il Comune ha proseguito chiedendo al Consiglio di Giustizia Amministrativa la nomina di un commissario ad acta per dare esecuzione alla sentenza, ovvero provvedere al sequestro delle somme presso la Regione. Il Cga il 16/11/2016 ha nominato commissario il Prefetto di Catania fissando il termine di 120 giorni per l’esecuzione.

«Da una parte – conclude il sindaco Caputo – dai deputati e rappresentanti regionali abbiamo solo ottenuto passerelle, riunioni e conferenze dove hanno portato la presenza e buoni propositi, ma nessun risultato concreto. Dall’altra parte c’è un ricco, vario e crescente tessuto produttivo, con imprenditori che attendono soluzioni ai loro problemi quotidiani, servizi, infrastrutture e progetti di sviluppo che facciano crescere veramente le loro attività. Sono in contatto costante con Il Ceap, un Consorzio che rappresenta anche le imprese di Piano Tavola, guidato dall’imprenditore Roberto Monteforte, e sento il dovere di dare risposte urgenti alle aziende. La Regione è sorda e sta lasciando Piano Tavola nell’abbandono, in una lenta e insopportabile agonia. Il Comune ha avuto troppa pazienza, adesso è arrivato il momento di riappropriarci di un bene determinante per il futuro della nostra economia».

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