Belpasso privata della Farmacia comunale. È polemica -
Catania
24°

Belpasso privata della Farmacia comunale. È polemica

Belpasso privata della Farmacia comunale. È polemica

Il sindaco Caputo: «I burocrati di Palermo sono stati fin troppo efficienti e rapidi, una manovra fulminea che ha creato ai cittadini un danno incalcolabile. Abbiamo tentato ogni strada per riavere i nostri diritti. Le stesse cose sono successe in altri tre Comuni della provincia. La burocrazia siciliana è diventata la più efficiente d’Europa, mi chiedo cosa ci sia dietro»

Per il sindaco Carlo Caputo appare sempre più incresciosa la vicenda della sesta Farmacia cittadina, la cui titolarità doveva appartenere al Comune di Belpasso ma che in seguito a un intricato scambio di documenti tra uffici è stata fatta decadere con un fulmineo procedimento messo in atto dalla Regione Siciliana.

«Il mio giudizio – ha dichiarato il sindaco Caputo – è drastico ma molto semplice: la Regione Siciliana, in uno scatto di efficienza credo mai visto prima d’ora, ha letteralmente strappato via al Comune di Belpasso la sede farmaceutica per assegnarla a privati secondo le graduatorie esistenti e sottraendo in pratica al nostro Comune e quindi ai cittadini la possibilità di godere dei notevoli vantaggi economici che derivano da una simile attività. Ricordo infatti che una farmacia comunale è controllata dall’Ente pubblico, che con un bando la affida in gestione e riscuote un canone.

Una vicenda sconvolgente, che appare ancor più grave se si considera che la storia ha avuto il suo culmine proprio nel momento in cui il sottoscritto era ricoverato in ospedale per importanti problemi di salute e nel pieno periodo delle vacanze estive, quando i dirigenti sono in ferie, a rotazione, ed è normale che alcuni atti e comunicazioni tra uffici restino in attesa per qualche giorno.

Ed è proprio nel giro di pochi giorni, nel 2014, che la Regione ha sottratto al Comune di Belpasso la titolarità della sesta sede farmaceutica. Ci hanno prima chiesto cosa stavamo facendo in merito al bando per l’assegnazione della Farmacia comunale, e dopo appena 10 giorni hanno dichiarato decaduta la sede, togliendo al Comune ogni ruolo, per poi assegnare loro direttamente la sede ai farmacisti.

Stessa situazione si è verificata in altri tre Comuni della provincia, Mascalucia, Santa Maria di Licodia e San Giovanni La Punta, con dinamiche molto simili. Noi abbiamo attuato ogni strategia legale per riappropriarci dei nostri diritti ma non siamo stati fortunati. In tutto questo, oltre a restare senza parole per l’incredibile velocità della Regione Siciliana che si è collocata così al primo posto per efficienza tra le regioni europee, la prima cosa che mi viene in mente è la frase di un famoso politico, che diceva: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Quindi mi chiedo: cosa c’è dietro?».

La cronologia dei fatti

12 Marzo 2009. Con Decreto assessoriale n. 393, la Regione Siciliana definisce e approva la revisione della pianta organica delle farmacie del Comune di Belpasso e istituisce una sesta sede farmaceutica, che viene offerta in prelazione al Comune.

5 Agosto 2009. Il Consiglio Comunale di Belpasso dichiara di esercitare il diritto di prelazione e decide di assumere la gestione diretta della Farmacia.

7 Settembre 2009. L’Assessorato Regionale alla Sanità assegna al Comune di Belpasso la titolarità della sesta Farmacia.

2 Agosto 2012. Il Consiglio Comunale incarica gli uffici di approfondire le questione tecniche per la gestione della Farmacia. Per ragioni di spending review e di Patto di Stabilità comunale l’iter subisce un rallentamento.

19 Agosto 2014. Il Comune riceve una nota da parte del Dipartimento regionale per la Pianificazione Strategica (datata 1 Agosto 2014) che chiede “…di conoscere quali atti siano stati posti in essere per l’apertura della farmacia…”.

9 Settembre 2014. Il Comune riceve una nuova nota dal medesimo Dipartimento (datata 29 Agosto 2014) in cui si preavvisa l’intenzione “di procedere alla formalizzazione del provvedimento di decadenza dalla titolarità del Comune della VI sede farmaceutica” e si concedono 10 giorni per la visione degli atti.

(si noti che dal momento in cui il Comune ha ricevuto la nota “conoscitiva” della Regione, al momento in cui la Regione invia una nuova nota stavolta con l’annuncio della decisione di revocare la Farmacia, sono passati appena DIECI giorni. I dirigenti sono in ferie e la comunicazione non riceve pronta risposta. In questo periodo il sindaco è assente per motivi di salute)

 

30 Ottobre 2014. Il Dipartimento decreta la decadenza della VI sede farmaceutica paventando “ragioni attuali di pubblico interesse al ripristino della legalità violata per la mancata apertura della farmacia”.

Gennaio 2015. Entro i termini di legge, il Comune ricorre al Tribunale amministrativo regionale (RG 230/2015) contestando la mancanza di un termine perentorio per l’attivazione della farmacia, la mancanza di una diffida ad adempiere, la violazione dei principi di autotutela, l’eccesso di potere per difetto di presupposti, istruttoria e motivazione, sviamento e travisamento.

L’Assessorato regionale della Salute intanto dà seguito al provvedimento di decadenza e assegna la sede farmaceutica a privati secondo le graduatorie.

Il Comune impugna anche l’ultimo decreto chiedendone l’annullamento e la sospensione cautelare.

9 Aprile 2015. Il Tar Catania accoglie l’istanza cautelare del Comune rilevando che “l’Amministrazione regionale avrebbe dovuto far precedere l’atto di decadenza da un’intimazione contenente un termine perentorio entro il quale definire il procedimento”

11 Agosto 2015. Il sindaco scrive all’Assessorato regionale della Salute chiedendo di voler annullare o revocare in autotutela il decreto di decadenza della Farmacia, dichiarando che il Comune è già in condizione di avviare la procedura per affidare la concessione a terzi.

31 Marzo 2016. Il Tar ribalta l’esito ottenuto dal Comune in fase cautelare del giudizio e respinge il ricorso.

Ulteriori ricorsi su casi simili, senza però esito positivo per gli enti locali, sono stati presentati dai Comuni di Santa Maria di Licodia, San Giovanni La Punta e Mascalucia che si sono trovati nella stessa condizione di Belpasso, sia al Tar che in appello al Consiglio di Giustizia Amministrativa.

Analoghi ricorsi sono stati presentati da farmacisti in opposizione alla graduatoria di assegnazione e sono stati rigettati in appello dal Cga nonostante in qualche caso il Tar ne avesse inizialmente accolto le istanze.

In merito al corretto operato degli uffici comunali per quanto riguarda la tempestività delle comunicazioni con la Regione, l’Amministrazione comunale ha disposto un’indagine interna per accertare eventuali inadempienze a carico dei dirigenti.

Sull’intera vicenda il sindaco ha presentato un esposto in Procura perché la magistratura possa avviare gli accertamenti del caso.

Per quanto riguarda l’intervento delle forze politiche di opposizione che alcuni giorni fa hanno ritenuto di affiggere pubblici manifesti per denunciare presunte responsabilità a carico dell’Amministrazione comunale, il sindaco Carlo Caputo ha ricordato di aver già «fornito ampie argomentazioni – ha detto – rispondendo a interrogazioni in Consiglio comunale», mentre ha sottolineato come «l’attuale deputato regionale di Forza Italia, Alfio Papale, cui fanno capo alcuni dei consiglieri comunali firmatari del manifesto, aveva presentato il 21 luglio 2015 una propria interrogazione all’ARS, sposando in pratica la causa dell’Amministrazione in carica e sollecitando le autorità regionali a fornire spiegazioni sulla vicenda.

Papale solleva dubbi “sulla correttezza della procedura amministrativa” – si legge nell’atto – e chiede insieme agli altri sei firmatari quali siano “i motivi di ordine pubblico o di calamità naturale che abbiano causato l’improvvisa urgenza con la quale il dirigente del Servizio 7 dell’Assessorato della Salute ha avviato tutte le procedure sia conoscitive sia della comunicazione di revoca” e ancora se le autorità “non ritengano alquanto sospetta la solerzia usata dal dirigente regionale, che dopo 5 anni di inerzia, in un periodo estivo notoriamente privo di personale perché collocato in ferie abbia preteso in particolare risposte in pochi giorni”.

«L’interrogazione – dice ancora Caputo – ha atteso quasi un anno, poi il 24 maggio 2016 è stata annunciata in Aula all’Ars e il 27 maggio è stata trasmessa al Governo regionale. Da allora non ha ricevuto alcuna risposta! Che i consiglieri vicini a Papale si scaglino adesso contro il sindaco è un gesto in controsenso rispetto alla precedente iniziativa politica e non aggiunge nulla, se non una sterile polemica, a una vicenda che danneggia tutta la città e che ha visto e dovrebbe continuare a vedere uniti e non divisi gli schieramenti politici. Strumentalizzare una vicenda che sul piano amministrativo è ormai esaurita, per il puro piacere di attaccare il sindaco, è solo infantile faziosità».

Potrebbero interessarti anche