Ospedale di Giarre, da venti giorni manca l’acqua calda. Servizi al territorio smantellati -
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Ospedale di Giarre, da venti giorni manca l’acqua calda. Servizi al territorio smantellati

Ospedale di Giarre, da venti giorni manca l’acqua calda. Servizi al territorio smantellati

Alberi non potati che hanno raggiunto il primo piano con i rami che spingono verso i reparti. La folta vegetazione che assedia l’area perimetrale, muri cadenti e cantieri a vista. Benvenuti all’ospedale Sant’Isidoro, dove da una ventina di giorni un nuovo problema assilla i degenti: manca l’acqua calda. Dall’Asp spiegano che si tratta di un guasto agli impianti della struttura sanitaria e che i lavori saranno eseguito a breve. Nel frattempo i servizi offerti al territorio dal distretto sanitario si rivelano sempre più inadatti a soddisfare una vasta utenza.

Impietosa l’ultimo gravissima denuncia di Cgil Sanità secondo la quale appare ormai chiara la logica perseguita dai vertici dell’Asp: “in maniera lenta e continua si lasciano degradare le strutture, si riduce il personale, si dimezzano le attività, per poi decretarne la chiusura”. Nella nota sindacale si rappresentano una serie di eclatanti esempi. “Il servizio di Radiologia dell’ospedale di Giarre, ad esempio – rimarca il coordinatore di Cgil Sanità, Angelo Melita – dopo che sono state installate moderne e costose apparecchiature, paradossalmente, è attivo solo dalle 8 alle 14 in un territorio nel quale non vi è nessuno studio radiologico convenzionato”.

Un altro esempio tangibile è la Farmacia territoriale. “Mentre in precedenza era aperta tutti i giorni, adesso, invece, è operativa solo per due giorni a settimana e con un solo farmacista, costringendo familiari e pazienti con gravi patologie, provenienti da tutti i paesi del distretto, a lunghe ed estenuanti file per il ritiro dei farmaci”. E nell’elenco dei disservizi figura, poi, il Laboratorio di analisi, che, pur in presenza del personale, tiene chiuso il sabato il servizio prelievi.

Un capitolo è riservato anche al Pta dove le prestazioni si rivelano insufficienti a sopperire alle richieste; è rimasto un solo specialista diabetologo (fino all’anno precedente erano tre) per tre giorni alla settimana a rispondere alle necessità di tutti i pazienti diabetici del distretto sanitario”. Relativamente all’assistenza sanitaria di base, il poliambulatorio ex Inam di corso Sicilia continua ad essere depotenziato: “da oltre tre mesi l’ascensore per disabili è guasto e il servizio riscossione ticket, dal prossimo mese, ridurrà le ore di apertura al pubblico”.

Ospedale vecchio-800x482Secondo Cgil Sanità la sede del Distretto Sanitario di viale don Minzoni, a fronte di costosi interventi di adeguamento strutturale e antisismici, si presenta con locali e ambienti dismessi, degradati strutturalmente e privi della minima manutenzione. Infine i servizi sul territorio come i consultori familiari oltre alla carenza di personale necessitano di interventi strutturali e di manutenzione.

Sulla base di questi pochi esempi si comprende come la cattiva gestione della sanità nel territorio giarrese non passa solo per la chiusura dell’ospedale, ma dalla inadeguata risposta dei servizi sanitari, che costringono sempre più i cittadini a ricorrere alle cure nella sanità privata, con un enorme danno economico per tutte le famiglie. Se non si interviene subito – si legge nella nota-appello della Cgil – con determinazione, cosi come è successo con l’ospedale, anche quei pochi servizi rimasti saranno smantellati. E’ ora di chiamare a rispondere di quello che sta accadendo la Direzione generale dell’ASP di Catania, che da subito deve aprire un confronto con le forze istituzionali e sociali del territorio per sapere con chiarezza le scelte che intende adottare. Perché la sanità è un diritto dei cittadini e non può essere decisa nel chiuso delle stanze della politica.

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