Giarre: il premio “Mons. Salvatore Giuffrida” al dott. Leo Cantarella -
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Giarre: il premio “Mons. Salvatore Giuffrida” al dott. Leo Cantarella

Giarre: il premio “Mons. Salvatore Giuffrida” al dott. Leo Cantarella

Due anime che si intrecciano indissolubilmente formando un’unica entità, seppur eterogenea. Il connubio tra la frazione di Macchia e la città di Giarre ha vissuto la sua ennesima consacrazione. Si è rinsaldato infatti nella sala “Messina” di via Calderai, il vincolo che unisce le due realtà territoriali. L’ex vice-sindaco di Giarre Leo Cantarella, in quanto destinatario del 18° Premio “Mons. Salvatore Giuffrida”, organizzato dall’associazione teatrale “Carlo Parisi” di Macchia, è assurto a umana sintesi del rapporto simbiotico che lega Macchia e Giarre.

La serata, presentata dal conduttore Melo Nicodemo, è stata approntata da Lucia Cardillo, presidente della predetta organizzazione teatrale e culturale, in un contesto inedito rispetto alle storiche consuetudini macchiesi. La peculiarità dell’evento posto in essere, si è infatti sostanziata nella singolare atipicità della manifestazione stessa. L’inoppugnabile foto carlo parisi 1dato delineatosi, è che a differenza degli anni precedenti , la serata dedicata alla consegna del Premio “Mons. Salvatore Giuffrida” si è svolta a Giarre e non all’interno del parco “Giardino” di Macchia.

Difficoltà organizzative inerenti l’inefficienza dei servizi ascrivibili alla struttura pubblica in questione, hanno “decretato” l’inidoneità del parco ad una fruizione da parte dell’utenza. Tuttavia, paradossalmente, l’indisponibilità del parco “Giardino” di Macchia, ha giocato un ruolo determinante nella nascita di un avvenimento caratterizzatosi per la temporanea migrazione verso Giarre, limitatamente alla manifestazione svoltasi, dei più vivaci interpreti della vita culturale macchiese.

A proposito di migrazioni, il conduttore Melo Nicodemo, nel corso della presentazione della serata, ha sottolineato come Macchia, a differenza di Giarre, abbia conservato il suo patrimonio di tradizioni nel tempo perchè il suo nucleo non è stato mortificato dall’abbandono del suolo d’origine da parte della gente del luogo. Nicodemo ha evidenziato che la figura di Mons. Salvatore Giuffrida, fautore nel 1990 della nascita dell’associazione teatrale “Carlo Parisi” dopo l’epilogo della filodrammatica “San Vito Martire”, fu decisiva ai fini della conservazione dell’identità culturale macchiese.

Mantenendosi nella tematica relativa alle risorse macchiesi che hanno costruito la storia della frazione stessa, Nicodemo ha fatto riferimento anche alla figura assurta a fonte di ispirazione per la formulazione della denominazione della compagnia teatrale: ovvero a Carlo Parisi. Quest’ultimo, oltre ad avere avuto la fortuna di vivere a Macchia, si distinse non solo nelle vesti di poeta ma anche per aver intrapreso la carriera di magistrato, oltre che per aver esercitato un ruolo di primo piano sia nel ministero di Grazia e Giustizia, che presso il ministero dei lavori pubblici in qualità di capo di gabinetto.

foto suor teresinaNel corso della serata, Lucia Cardillo ha esplicitato che Macchia è un’identità che si integra con Giarre e che pertanto la sala “Messina” rappresentava la location ideale per celebrare l’unione di due “anime” (Giarre e Macchia) che da sempre si intersecano dando luogo ad una fusione. La Cardillo ha inoltre sottolineato che lo sviluppo della devozione per il teatro a Macchia, è stato favorito dall’ambiente parrocchiale, all’interno del quale è nata l’associazione culturale “Carlo Parisi”. Il susseguirsi delle varie autorità religiose all’interno della Chiesa “Maria SS. della Provvidenza” di Macchia, pertanto ha permesso al gruppo nato dalle ceneri della filodrammatica “San Vito Martire”, di cementarsi e di diventare la più nobile espressione del patrimonio di tradizioni della frazione, ultimamente valorizzato dall’attuale parroco don Mario Fresta.

In particolare, la Cardillo ha precisato che la prima rassegna teatrale Jonico-etnea, intesa come incontro e scambio culturale tra compagnie del territorio, è stata approntata e posta in essere proprio dalla “Carlo Parisi”, la quale nel corso degli anni ha avuto tra i suoi presidenti, oltre a Mons. Salvatore Giuffrida, fondatore della compagnia, anche gli attori Pippo Cutuli e Rosario Rizzieri. Con la sospensione della rassegna, anche il premio “Maschera d’argento”, concepito dalla “Carlo Parisi”, è venuto meno. L’interruzione di questa tradizione, non ha però impedito alla compagnia teatrale macchiese di continuare a prodigarsi nell’allestimento di spettacoli cui la popolazione del territorio potesse attingere.

Anche il sindaco di Giarre Angelo D’Anna si è pronunciato sull’operosità della compagnia teatrale “Carlo Parisi” evidenziando che il profilo del gruppo in questione, coincide con la formula che egli ha sempre ritenuto indispensabile in materia di efficientamento dei servizi da erogare: ovvero quella dell’associazionismo. La sua formazione infatti ha preso corpo all’interno di un movimento di grande impatto sociale come l’azione cattolica. Pertanto, in ordine a quanto da lui asserito, la sua concezione di politica non può prescindere da una linea fatta di servizio e ascolto. Il sindaco ha inoltre salutato positivamente la realizzazione dell’evento in un sito come la sala “Messina”, che sorge nel cuore della città. Secondo lui infatti, il centro storico di Giarre necessitava di essere “teatro” della celebrazione di una realtà, come quella di Macchia, capace di costruire ed esprimere la sua identità attraverso le associazioni. Pertanto, solo il centro storico della città di Giarre poteva incoronare la comunità di Macchia come modello da imitare e da riscoprire in materia di conservazione della propria identità culturale. L’augurio del sindaco D’Anna si è sostanziato nella speranza che Macchia, frazione che ha costruito la sua identità attorno alla parrocchia e all’istituto “Suore serve della Divina Provvidenza”, possa rappresentare un costante punto di riferimento per Giarre. Prima di chiudere il suo intervento, il sindaco D’Anna si è concesso una digressione sull’impegno dell’amministrazione comunale teso a risanare i conti dell’ente, ai fini dell’efficientamento dei livelli minimi di erogazione dei vari servizi.

Durante la serata, è stata premiata con un riconoscimento suor Teresina, madre superiora dell’istituto suore “Serve della Divina Provvidenza” di Macchia, per il suo fattivo contributo in termini di creazione di un fermento socio-culturale nel tessuto macchiese. Insieme a lei, è stato premiato il dott. Leo Cantarella, destinatario del 18° premio Mons. Salvatore Giuffrida. In occasione della consegna del riconoscimento, corredato da una motivazione formulata dal preside Barletta in relazione alle doti umane e professionali espresse da Cantarella, Tino De Salvo, vice-presidente dell’associazione culturale “Carlo Parisi” di Macchia, ha letto una poesia in dialetto siciliano che il defunto Leonardo Cardillo, padre della presidente dell’assocazione culturale macchiese Lucia Cardillo, formulò e dedicò al dott. Leo Cantarella al fine di esaltarne il valore.

Cantarella, ricordando che Macchia è una città nella città, ha ringraziato l’associazione culturale “Carlo Parisi” per aver ribadito la stima della popolazione macchiese nei suoi confronti. La serata è stata allietata dalle musiche di un segmento del corpo bandistico “Maria SS. della Provvidenza” di Macchia, diretto dal M° Rosario Mangano, grato a padre Mario Fresta per la fondazione del gruppo.

Inoltre, ad impreziosire l’evento sono intervenuti l’attore Pippo Cutuli, nelle vesti di cantastorie, e la cantante Valeria Tulipano. Il batterista Alessio Tedesco, il trombettista Rosario Mangano, il clarinettista Giuseppe Mangano, il sassofonista Giuseppe Sorbello, il suonatore di trombone Carmelo Puccio e il trombettista Giuseppe Calì, hanno arricchito la serata con le loro sonorità. I brani “Moon River” di Johnny Mercer e Henry Mancini e “My Way” di Frank Sinatra”, hanno deliziato la platea allietata anche dalle sonorità sciorinate da Rosario Mangano con la sua tromba. L’esecuzione, da parte del predetto, dei brani “C’era una volta il west” di Ennio Morricone”, e “What a wonderful world” di Louis Armstrong, ha riscosso un plebiscito di consensi tra la folla.

Di grande impatto emotivo sono stati anche i brani in dialetto siciliano suonati con la chitarra e cantati da Pippo Cutuli, il quale ha indossato i panni dell’aedo (cantastorie) intonando le canzoni del cantastorie Orazio Strano intitolate “Li fimmini chi su”, e “La Sicilia e l’ommini so”. Il primo brano riguardava il rapporto tra l’uomo e la donna, mentre il secondo si concentrava sia sulle maestranze coinvolte nell’iter di reaalizzazione di un carretto siciliano che sulla bellezza espressa dalla cittadina di Taormina. La cantante Valeria Tulipano, ha conferito ulteriore vivacità artistica alla serata intonando i brani “No Hero” di Elisa e “Messaggio d’amore” dei Matia Bazar.

Entusiasta Lucia Cardillo, presidente dell’associazione teatrale “Carlo Parisi di Macchia”. La presidente è infatti giunta al terzo anno per quanto concerne la sua carica: “Il dott. Leo Cantarella – asserisce la Cardillo – da sempre offre i suoi servigi ai suoi pazienti manifestando estrema disponibilità al dialogo e attaccamento ai valori della nobile carità”.

Domani sera, la piazza San Vito di Macchia sarà sede dello spettacolo teatrale “San Giovanni Decollato”, tratto da un’opera di Nino Martoglio. Ecco gli attori e i componenti della compagnia teatrale Carlo Parisi di Macchia, che daranno luogo all’evento culturale in questione: Pippo Cutuli, Carmela Sorbello, Veronica Bernini, Gianfranco Bellitto, Carmelo Messina, Lucia Cardillo, Tino De Salvo, Monica Liseo, Roberta Messina, Valeria Strano, Carmelo Spina, Antonio Pio De Salvo, Rosario Guarrera, Stefano Patti, Sergio Bellipanni e Anna Quattrocchi.

Umberto Trovato

 

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