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Quando i Comuni campano lo Stato…

Quando i Comuni campano lo Stato…

Saggia decisione dei sindaci del comprensorio taorminese e della Valle dell’Alcantara per scongiurare la chiusura dell’Agenzia delle Entrate di Trappitello. Al sit-in di protesta di questa mattina, si sono dichiarati pienamente disposti ad accollare ai loro enti locali le spese di mantenimento degli uffici. Una soluzione obbligata ma, a pensarci bene, paradossale

«Se lo Stato, a come sembra, non intende più affrontare il costo di affitto del relativo immobile e quello per i consumi di energia elettrica, provvederemo i Comuni interessati assumendoci noi questi oneri finanziari o, in alternativa, destinando un edificio pubblico del nostro territorio a sede dell’Agenzia delle Entrate». E’ quanto sostanzialmente dichiarato all’unisono dai sindaci che questa mattina hanno preso parte al sit-in di protesta contro l’annunciata soppressione dell’ufficio territoriale del Ministero delle Finanze ubicato nella popolosa frazione di Trappitello, nel cui antistante spiazzo ha avuto luogo la manifestazione odierna indetta dall’A.I.A.C.E. (Associazione Italiana Assistenza Consumatore Europeo) guidata dal presidente Franz Buda.

Il problema si pone in quanto l’Agenzia delle Entrate di Trappitello abbraccia un bacino di utenza alquanto vasto, comprendente quindici Comuni del comprensorio taorminese e della Valle dell’Alcantara i cui abitanti, nel caso della malaugurata soppressione, saranno costretti a recarsi nella lontana città capoluogo di Messina per banali, ma alquanto ricorrenti, operazioni quali la registrazione di un contratto d’affitto o la richiesta di informazioni e chiarimenti sui tributi da pagare.

Al sit-in hanno preso parte gli amministratori dei vari Comuni interessati ed, in particolare, i sindaci di Taormina (Eligio Giardina), Giardini Naxos (Nello Lo Turco), Castelmola (Orlando Russo), Francavilla di Sicilia (Lino Monea) e Graniti (Paolino Lo Giudice), i vicesindaci di Motta Camastra (Gaetano Currò) e Roccella Valdemone (Pippo Spartà) e diversi assessori e consiglieri comunali di altri centri anch’essi ricadenti nella sfera di competenza dell’Agenzia delle Entrate di Trappitello. A dare manforte agli amministratori locali sono anche intervenuti il deputato nazionale Carmelo Lo Monte ed il parlamentare regionale Pippo Currenti nonché Enrico Spicuzza, in rappresentanza dell’Ordine dei Commercialisti di Messina, e Pippo Sparta per conto dell’associazione “Aiace”, promotrice della protesta. Alquanto scarsa, invece, la partecipazione dei cittadini, da tempo allarmati dalla prospettiva che gli uffici finanziari di Trappitello possano chiudere i battenti, ma di fatto mostratisi insensibili alla mobilitazione di quest’oggi.

Adesso, dunque, i sindaci di Taormina e dintorni si accingono a costituire un coordinamento avente il compito di vagliare le soluzioni cui prima si accennava, ossia far rimanere in zona l’Agenzia delle Entrate destinandole un apposito immobile comunale (che potrebbe anche trovarsi in una località diversa da Trappitello) oppure sobbarcarsi pro quota i costi di affitto e dei consumi elettrici dell’attuale sede. Della serie: se lo Stato non intende più pagare… mi attrezzo da me.

Ma il paradosso è che i “poveri” Comuni, ridotti sul lastrico proprio da uno Stato che negli ultimi anni ha “tagliato” gran parte dei trasferimenti ad essi destinati, adesso si trovano costretti a sostentare con le loro magrissime finanze gli apparati statali e, nella fattispecie, quella “macchina” che è l’Agenzia delle Entrate e che serve allo Stato per mantenersi in piedi attraverso le entrate tributarie da essa riscosse (e purtroppo utilizzate anche per perpetuare certi scandalosi sprechi…).

Al danno, dunque, si aggiunge la beffa, e mai come in questo caso ai Comuni si attaglia il proverbiale ed avvilente “status” di… cornuti e bastonati.

Rodolfo Amodeo

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