Randazzo, i riti della settimana Santa FOTOGALLERY -
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Randazzo, i riti della settimana Santa FOTOGALLERY

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Per i cristiani la “Settimana Santa” rappresenta il centro e il riferimento assoluto dell’anno liturgico. Essa è caratterizzata da un susseguirsi di intense celebrazioni ricche di segni e di simboli: la processione con i rami d’ulivo; la santa messa crismale con la benedizione degli “olî santi” e la lavanda dei piedi nella messa vespertina “in Coena Domini”; la presentazione e venerazione della croce; l’accensione del fuoco nuovo e la benedizione del cero pasquale.

La tradizione liturgica è arricchita ab immemorabili da manifestazioni processionali che anche a Randazzo assumono un particolare significato storico-religioso, talvolta tipico e variabile da quartiere in quartiere.

3webNella “graziosissima” città medievale, – la cui antica storia non ha bisogno di nessuna presentazione – durante la settimana santa oltre i riti canonici celebrati in ciascuna chiesa parrocchiale, si svolgono una serie di articolate manifestazioni animate sia dalle arciconfraternite – tanto del “SS. Crocifisso” (chiesa S. Martino), quanto delle “SS. Anime del Purgatorio” (chiesa S. Nicolò) – sia dalle antiche confraternite, “Maria SS. Annunziata” (chiesa dell’Annunziata) e “Maria SS. Addolorata” (chiesa S. Pietro).

Tuttavia, nella città etnea, per l’immaginario collettivo, l’espressione “settimana santa” rievoca “processioni”, soprattutto quella che ha luogo la sera del “venerdì santo” dove aspetti religiosi, devozionali, artistici, culturali, storici e folcloristici si mescolano tra sacro e profano, tra luci e ombre.

Sebbene in un ambiente di mutata devozione popolare, cangiante con il continuo e repentino evolversi delle dinamiche sociali, i riti della “settimana santa” occupano un posto di grande rilevanza non solo sotto il profilo spirituale – che comunque afferisce alla sfera intima del sentimento religioso di ciascun fedele – ma anche dal punto di vista della tradizione che si alimenta con numerosi contenuti storico-simbolici che riconducono ad alcuni tratti dei fondamentali paradigmi della festa barocca.

In conformità a una consolidata tradizione, la processione serale del “venerdì santo” è animata dalla confraternita “Maria SS. Addolorata”. Per l’occasione sono fatti sfilare due simulacri di diverse epoche, il Cristo crocefisso e l’Addolorata, installati sopra due differenti “varette” entrambe portate a spalla con grande devozione da numerosi devoti che da circa un decennio indossano un saio bianco. Il Crocifisso, montato sopra una pesantissima “varetta”, è illuminato con dei “lumieri” (candele accese dentro globi di vetro) addossati su una raggiera lignea dorata.

Allo stato attuale della ricerca non è possibile determinare con assoluta certezza le origini di questa processione. Tuttavia, da un esame superficiale dei manufatti scultorei, in particolare il Cristo, e considerando lo sviluppo complessivo dei movimenti confraternali, si può ipotizzare che qui la tradizione abbia avuto inizio qualche decennio dopo le riforme apportate dal Concilio di Trento che favorirono certe espressioni di un vivace misticismo, tanto artistico quanto popolare.

Il corteo parte intorno alle venti dalla chiesa-confraternita di S. Pietro (filiale della parrocchia di S. Martino) per ritornarvi nuovamente dopo la mezzanotte.

La processione segue un antico percorso, piuttosto lungo e articolato, entro lo schema affusolato dell’antica città medievale. Essa si muove in un’oscurità serale che talvolta raggiunge un effetto scenografico non comune per la presenza di edifici antichi risalenti persino al tardo medioevo. Il dominio della vista si apre a quello dell’udito in una percezione globale veramente coinvolgente e “l’ethos” devozionale, unitamente al fervore del popolo, si traduce in stupore di grande impatto emotivo che sconfina in fede nel trascendente.

Questa solenne e sentita processione, che dà origine a un singolare e prolungato corteo, si articola in due parti che imprimono a essa un peculiare carattere itinerante unitario che anima gran parte del centro storico, coinvolgendo i tre quartieri in una solennità del tutto straordinaria.

L’itinerario procede con ritmi e campi visivi diversi scanditi dal suono dei musici della Banda “E. Marotta” di Randazzo, dalle giaculatorie gridate dai fedeli, dalle preghiere meditate e dall’avvicendarsi di quadri scenici di forte suggestione. Anche qui “l’ethos” drammatico del “venerdì santo”, con la solenne atmosfera e con le sue sfumature popolari, con le luminarie e gli stendardi delle varie confraternite, con i simboli e i personaggi dei misteri propri della “Via Crucis”, rappresenta il culmine della drammaticità e della partecipazione popolare.

Le soste lungo il percorso che porta al “sepurcru” (sepolcro) sono scandite dal rintocco di una campanella, agitata dal rettore della confraternita dell’Addolorata. Il “sepurcru”, allestito nel piazzale antistante all’antichissimo ex monastero benedettino di S. Giorgio, segna il giro di boa ed è tratto essenziale nel continuum processionale.

A formare il corteo, insieme alle confraternite e alle associazioni laicali cittadine in uniforme, con le insegne e con i ceri accesi, interviene il popolo, il clero e le autorità civili e militari.

L’effetto scenico di luce e di tenebre, realizzato in passato da una regia molto attenta a differenziare attraverso una maggiore o minore intensità i vari momenti del percorso, rende i movimenti dell’animo incontrollabili mentre le emozioni diventano quasi palpabili.

Gaetano Scarpignato

 

APPUNTAMENTI

Venerdì 3 aprile: alle 9, chiesa parrocchiale San Martino, processione cittadina per i vari quartieri con il Cristo in croce a cura dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso. Alle 20, invece, tradizionale processione serale lungo il centro storico con i simulacri del Crocifisso e dell’Addolorata portati a spalla dai devoti che indossano un saio bianco.

Sabato 4 aprile: ore 9.30, processione con il Cristo morto sul cataletto curata dall’Arciconfraternita delle SS. Anime del Purgatorio. Partenza dalla chiesa parrocchiale di San Nicolò.

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