Catania, incontro con l’Autorità Nazionale Anticorruzione -
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Catania, incontro con l’Autorità Nazionale Anticorruzione

Catania, incontro con l’Autorità Nazionale Anticorruzione

La Scuola Superiore dell’Università di Catania ha ospitato, presso la propria sede, una conferenza sul tema: “Il ruolo della nuova Autorità Nazionale Anticorruzione” (Anac), con la partecipazione di quattro dei cinque componenti dell’Autorità: il presidente Raffaele Cantone (foto sopra), le professoresse Ida Nicotra e Nicoletta Parisi, e il prof. Michele Corradino. La professoressa Nicotra ha introdotto la conferenza e ha presentato l’attività dell’Anac.
Successivamente è intervenuta la professoressa Parisi, che ha sottolineato soprattutto la dimensione internazionale in cui si muove l’Autorità. Tale organo ha contatti con le altre autorità anticorruzione dei Paesi industrializzati, con l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e l’Ocse. I suoi membri hanno partecipato anche ai lavori del G20 in Australia.
Il presidente Cantone ha poi fatto una lunga relazione sulla struttura e sulla natura dell’Autorità. Ha esordito dicendo che l’autorità non è un organo di polizia né un vero e proprio organo inquirente. Cantone ha sottolineato come il fenomeno della corruzione sia divenuto estremamente complesso e di difficile scoperta. Spesso le grandi inchieste per corruzione nascono da eventi casuali (deposizione di una moglie tradita) o anche da un errore di indagine. Questo significa, che la magistratura riesce a perseguire solo una piccola parte dei casi di corruzione. Il giudice condanna in maniera darwiniana solo i corrotti e i corruttori meno scaltri.
Inoltre, ha posto l’accento sulla facilità con cui soggetti accusati di corruzione riescono dopo qualche tempo a reinserirsi nel tessuto economico e ad operare indisturbatamente e a viso scoperto (come è capitato nel caso di esponenti politici condannati ai tempi di Mani Pulite e poi accusati per le vicende dell’Expo). Ha poi sottolineato come le forme di corruzione si siano notevolmente raffinate. Ha citato il caso in una tangente mascherata da penale in un finto atto di compravendita andato a male.
Alla luce di ciò, l’autorità ha lo scopo di diffondere la cultura della trasparenza e della legalità che è strettamente connessa alla diffusione della partecipazione democratica alle istituzioni. Secondo Cantone, la corruzione nasce perché i funzionari e gli imprenditori hanno qualcosa da nascondere all’opinione pubblica e agli altri cittadini. Il buio della corruzione va combattuto con la trasparenza e la luce della legalità.
L’Autorità ha uno scopo preventivo e quindi non è un organo della magistratura. Ha poteri di molto accertamento e di controllo, e alcuni poteri di carattere inibitorio. Cantone spera che questo genere di poteri siano aumentati e allargati. Ha parlato con grande entusiasmo della sua attività e dei suoi collaboratori. Ha chiesto la collaborazioni di tutti soprattutto dei giuristi per raffinare e modellare le normative anticorruzione, l’adozione di compliance program e la disciplina degli appalti pubblici.

Salvatore Zappalà

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