Il Cara di Mineo crocevia del saccheggio -
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Il Cara di Mineo crocevia del saccheggio

Il Cara di Mineo crocevia del saccheggio

Apprendiamo che dall’ordinanza del Gip, Luca Odevaine risulta percettore di ingenti somme di denaro illecite versate nei conti dei propri familiari per lo svolgimento di funzioni di raccordo nello smistamento di migranti a favore di cooperative legate al braccio destro, Buzzi, di Massimo Carminati.

Odevaine ha ricoperto diversi ruoli: membro, nominato da Giuseppe Castiglione, del Tavolo dell’emergenza Nord Africa nel 2011, riconfermato poi anche nel Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione; è stato consulente esperto per il Consorzio operante sul Cara di Mineo, venendo nominato, sempre da Giuseppe Castiglione, nel 2013. Consulenza, quest’ultima, rinnovatagli anche ad inizio del 2014 e poi abbandonata per partecipare ad un bando dello stesso ente per una assunzione part time come responsabile area progettazione gestione e rendicontazione dei fondi europei. Inoltre Odevaine ha anche partecipato nella commissione giudicatrice del bando per la gestione dei servizi interni al Cara.

Odevaine viene intercettato mentre afferma frasi come: “allora… a parte tutte le questioni di Mineo… e tutte le questioni relative a San Giuliano…che segue lei… e di cui le andrò a parlare… Mineo non c’è molto da dirgli… perché sta procedendo…”, e come scrive il Gip avendo questi costruito un sistema “di favori a imprese amiche, che si dividono il mercato” dell’immigrazione che renderebbe più della droga e attraversando “in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati”.

In base a quanto emergerebbe dall’ordinanza del Gip, è curioso che, oggi, tutti dichiarino di essere all’oscuro delle vicende, di essere amareggiati, di prendere le distanze, dal sindaco di Mineo al sottosegretario Castiglione al Pd che chiede chiarezza e invece i nomi di alcuni di loro compaiono nelle trascrizioni delle intercettazioni.

Ad esempio come salta fuori il nome di Castiglione nell’indagine romana? A nominarlo è lo stesso Odevaine, raccontando lo scorso marzo al commercialista Stefano Bravo, “lo spallone”, (specializzato nel trasferire capitali all’estero, è uno dei soci fondatori di «Human Foundation, l’organizzazione che fa capo a Giovanna Melandri, ex ministro dei Beni culturali e dello Sport per il Pd e ora presidente del Museo Maxxi di Roma n.d.r), di quando, da presidente della Provincia di Catania, Castiglione aveva assunto il ruolo di subcommissario all’emergenza immigrazione. Al centro l’appalto per la gestione del Cara di Mineo. “Quando io ero andato giù – spiega Odevaine – mi è venuto a prendere lui all’aeroporto, mi ha portato a pranzo. Arriviamo al tavolo, c’era una sedia vuota. E praticamente arrivai a capire che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara”. Un meccanismo perfetto, studiato nei minimi particolari, con la sedia vuota che sa tanto di scenografia hollywoodiana.

E della senatrice Anna Finocchiaro? In una delle telefonate registrate dai Ros, lo scorso 16 giugno, Luca Odevaine fa il nome della senatrice Finocchiaro, presidente Pd della Commissione Affari costituzionali del Senato, e riferendosi all’appalto per la gestione del Cara di Mineo, afferma: “La Finocchiaro ha detto a Buzzi (il capo della cooperativa 29 giugno al centro dell’inchiesta Mafia Capitale n.d.r,) lascia perdere, quella gara è già assegnata”. Immediata la smentita della senatrice che nega: ”Mai conosciuto Salvatore Buzzi”. Sicuramente ha ragione la Finocchiaro quando dice di non averlo mai conosciuto ma questa ed altre intercettazioni dimostrano come l’inchiesta romana punta dritto al Cara di Mineo, crocevia del saccheggio.

È curioso come nessuno si fosse accorto di nulla e che nessuno sapesse nulla… Fino a che punto sia stato così oggi è impossibile determinarlo ma anche crederlo ciecamente e, per adesso, non ci resta che auguraci che la Magistratura riesca ad appurare i fatti nel più breve tempo possibile perché più tempo passa più la memoria di qualcuno potrebbe essere labile.

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