Porto turistico a Giardini Naxos: avanti tutta… anzi no -
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Porto turistico a Giardini Naxos: avanti tutta… anzi no

Porto turistico a Giardini Naxos: avanti tutta… anzi no

Pur esitando positivamente il relativo progetto, la recente conferenza dei servizi ha tenuto conto dei malumori popolari (manifestati ufficialmente con la petizione di domenica scorsa) nei confronti di quello che viene visto come un “ecomostro”. Chiesti, dunque, il rispetto del vincolo dei duecento metri di distanza dal Parco Archeologico e la riduzione del parcheggio interno. Ed, in ogni caso, manca ancora la fondamentale autorizzazione “V.A.S.”

A Giardini Naxos il porto turistico si farà, ma con gli opportuni correttivi all’originario progetto presentato dalla Società “Tecnis S.p.A.”. E’ quanto emerso dalla conferenza dei servizi riunitasi ieri mattina a Palazzo dei Naxioti per approvare in via definitiva il discusso Piano di Riqualificazione del molo di Schisò.

Appena ventiquattr’ore prima dell’importante “summit” (al quale hanno preso parte le pubbliche istituzioni competenti ed i soggetti privati interessati) si era tenuta in Piazza Municipio la manifestazione “Insieme per il diritto all’informazione”, promossa da movimenti ed associazioni quali il “Meetup 5 Stelle Giardini Naxos”, “Sicilia Annozero”, “La Fenice”, “Legambiente Taormina-Alcantara” e “Giardini C’è”, massicciamente mobilitatisi per dare voce alla popolazione locale in merito all’opportunità o meno di dotarsi di una struttura diportistica che, così come progettata dalla “Tecnis”, presenterebbe parecchie criticità, elencate in un apposito documento cui, nell’arco della mattinata domenicale di avantieri, oltre cento cittadini giardinesi hanno apposto le rispettive firme.

Tale inequivocabile pronunciamento popolare (cui ne seguirà un altro il 23 novembre in Piazza San Pancrazio) non poteva, dunque, non incidere sugli esiti della conferenza dei servizi dell’indomani, conclusasi con un “via libera condizionato” alla realizzazione del nuovo porto turistico.

I rappresentanti della Soprintendenza ai Beni Culturali hanno, infatti, preteso che venga rispettato il vincolo dei duecento metri di distanza dall’area del contiguo Parco Archeologico, al confine del quale l’impianto portuale dovrà essere costituito da strutture removibili in legno ed, in ogni caso, del tutto prive di materiale cementizio. Rilievi sono stati, inoltre, mossi riguardo all’eccessivo spazio previsto per il parcheggio interno, del quale è stata invocata la riduzione. E ci si è, infine, “accorti” che prima di poter dare inizio ai lavori, occorre dotare il progetto di quel fondamentale parere denominato “V.A.S.”, ossia “Valutazione Ambientale Strategica”, obbligatoriamente richiesto dalla normativa europea.

Ci sarebbero, pertanto, ancora dei margini di manovra affinché l’“ecomostro” tanto temuto dall’opinione pubblica giardinese possa essere in qualche misura ridimensionato sino a diventare un porto ecosostenibile.

Come è stato evidenziato nel corso del recente banchetto informativo in Piazza Municipio, il progetto originario del nuovo approdo turistico si mostra alquanto discutibile per tutta una serie di ragioni, tra cui l’inesorabile “colpo di grazia” che darebbe all’idilliaco paesaggio della Baia Naxiota (che verrebbe deturpato da una fredda ed ingombrante colata di cemento), l’impatto ambientale devastante in una zona classificata “R4” (ossia ad elevatissimo rischio idrogeologico), il mancato rispetto della normativa che vieta nuove costruzioni entro un raggio di duecento metri da una zona classificata come “parco archeologico”,  la mancata previsione di un adeguato piano di viabilità in grado di supportare un impianto di tali dimensioni, le scarse prospettive di resa economica (a parte il fatto che la nautica da diporto è in profonda crisi, l’esperienza insegna che porti con un numero inferiore a cinquecento posti-barca sono inesorabilmente destinati al fallimento) ed, infine, il danno che il mega-centro commerciale a due piani previsto all’interno della struttura portuale arrecherebbe agli operatori economici locali.

Per intanto, i promotori del sit-in di domenica scorsa (ossia l’organizer del “Meetup 5 Stelle” Giuseppe Leotta, Caterina Valentino di “Legambiente”, Gianni Bucolo di “Sicilia Annozero”, Giuseppe Cacciola de “La Fenice” ed Angela Battello di “Giardini C’è”) si dichiarano soddisfatti dell’esito della loro iniziativa. «Abbiamo garantito a tutti i cittadini giardinesi – sottolineano – il diritto all’informazione ed alla partecipazione popolare, espressamente sancito dall’articolo 60 del nostro Statuto Comunale, che i nostri amministratori non si preoccupano di attuare, nemmeno in casi di straordinaria importanza come questo del nuovo porto turistico, da cui dipendono le sorti future della nostra comunità. Stando ai numerosi concittadini che domenica ci hanno avvicinato per poi sottoscrivere la nostra petizione, a Giardini Naxos c’è ancora tanta voglia di informazione e di partecipazione, che da parte nostra continueremo ad assecondare ed incentivare attraverso ulteriori pubblici incontri già programmati per le prossime settimane, nei quali non diremo mai “no al porto” in maniera aprioristica, ma rivendicheremo il sacrosanto diritto ad un progetto alternativo ecosostenibile ed integrabile col nostro “genius loci” (ossia la natura del nostro territorio)».

Rodolfo Amodeo  

 

FOTO: alcuni momenti della manifestazione di domenica scorsa promossa da vari movimenti ed associazioni nella Piazza Municipio di Giardini Naxos

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