Solidarietà missionaria in onore delle periferie del mondo -
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Solidarietà missionaria in onore delle periferie del mondo

Solidarietà missionaria in onore delle periferie del mondo

Spesso la frenesia che scandisce la routine quotidiana, ci induce a pensare in automatico che il microcosmo che ci circonda assurga ad unico universo al di fuori delle cui barriere non possa esistere nulla che ci appartenga. Tuttavia, tutti coloro che hanno vissuto esperienze in un ambiente esterno al guscio in cui sono cresciuti, hanno realizzato che l’essere umano allarga i propri orizzonti e soprattutto arricchisce la propria spiritualità soltanto confrontandosi con scenari diversi per cultura, tradizione e dinamiche comportamentali.

Molti viaggiatori infatti, attraverso i loro racconti, insegnano che visitare altri luoghi ed altri popoli può rappresentare un’occasione per misurare l’effettiva portata delle problematiche che angustiano l’essere umano, una volta messe quest’ultime a confronto con quelle che attanagliano etnìe vittime di drammi come la carestia e l’indigenza. Ecco perché, oggi più che mai, la chiesa cattolica in generale ed il Pime di Mascalucia (Pontificio Istituto Missioni Estere) puntano l’accento sulla sacralità di un’azione evangelizzatrice improntata al viaggio verso territori che necessitano di prodigalità e solidarietà. La crisi economica mondiale è la riprova che una società vocata al capitalismo, pone in essere delle dinamiche che, sfociando nella costruzione di un’opulenza conforme a logiche discriminatorie, prima stratificano una civiltà in classi e poi generano tra queste degli enormi squilibri. La conseguenza di queste diseguaglianze è che i meccanismi che le hanno determinate finiscono per ritorcersi paradossalmente contro quanti hanno fagocitato ricchezze. Nasce infatti un sistema asfittico che finisce alla lunga per indebolire anche i detentori del benessere.

Consapevole della diabolicità di questa politica, la chiesa insiste maggiormente nel sottolineare l’importanza dell’avvicinamento ai popoli vessati guerre, carestie e malattie, al fine di consentire al singolo soggetto di individuare il percorso da seguire per attingere a piene mani ad una condizione di armonìa spirituale. Donarsi agli altri significa infatti dimenticare le proprie tribolazioni e comprimerle attraverso i rigeneranti sussulti emozionali che la restituzione di uno status di serenità ad una persona sofferente è capace di conferire. Tuttavia, come ha evidenziato la fondazione “Missio”, ovvero l’organismo pastorale della Cei, tutto ciò passa anche dall’interazione con popoli che abitano luoghi della Terra dimenticati.

Ecco perché lo slogan del 2014, relativamente alle missioni, è denominato “Periferie, cuore della missione”. Trascinata dal messaggio di grande impatto emotivo che tale slogan racchiude, la corale giarrese “Madagascar’s Angels” ha partecipato alla veglia missionaria svoltasi presso la chiesa Maria SS. Annunziata di Calatabiano. La funzione religiosa, officiata dal direttore dell’ufficio missionario don Gianpaolo Bonanno, è stata impreziosita, oltre che dai canti della corale, anche dalla testimonianza della giovane missionaria Piera Manduca, la quale dal pulpito ha sciorinato i contenuti della sua esperienza in Messico e per la precisione a Cuanacaxtitlàn, ovvero una località ascrivibile allo Stato del Guerrero. Dal suo racconto è emerso che la sua permanenza (della durata di 35 giorni) in un sito composto da 3 villaggi vessati dall’indigenza, ha avuto un risvolto assolutamente formativo per la sua crescita spirituale. Confrontarsi con famiglie indigene impossibilitate a raggiungere l’ospedale più vicino a causa di carenza di risorse economiche, fu una delle situazioni in cui si trovò la giovane Piera, la quale dovette anche prendere atto di episodi di violenza dovuti spesso a fenomeni di alcolismo. La giovane missionaria ha anche raccontato di aver realizzato che le credenze popolari in questa località godono di un maggiore credito rispetto alle cure farmaceutiche. Non per un caso, quando qualcuno si ammala, alcune famiglie si rivolgono allo stregone per la cura delle patologie, sebbene la parrocchia del luogo disponga di una farmacia che mette a disposizione farmaci a prezzi vantaggiosi. Commovente poi il suo racconto in riferimento al suo arrivo in un villaggio e per la precisione in una capanna all’interno della quale viveva un uomo disabile ed una bambina apparentemente affetta da disturbi perché insensibile a delle sollecitazioni. Muoversi tra capanne realizzate con fango e legno fu per lei un’esperienza che le permise di comprendere che i sorrisi possono affiorare anche in un contesto denso di drammi, poiché è dall’incontro tra anime inclini a ricevere e dare, che si creano i presupposti per quella rinascita spirituale senza la quale non può germogliare nulla di positivo per la società nella sua globalità.

L’attivismo della corale “Madagascar’s Angels”, identificabile anche come Movimento giovanile missionario, è emerso anche in occasione della messa in atto dell’evento dedicato alla degustazione multietnica in piazza Duomo a Acireale. La preparazione di pietanze appartenenti a culture prevalentemente dell’est europa, del nord-Africa e dell’Asia sud-orientale, ha riscosso un plebiscito di consensi tra quanti hanno approfittato della degustazione non solo per donare fondi in favore dei bambini malgasci ma anche per assistere all’esibizione del gruppo “Clandestiny”. Lo stesso spirito di prodigalità è stato riscontrato anche a Cosentini (frazione di Santa Venerina), dove don Giuseppe Pavone ha accolto la corale missionaria “Madagascar’s Angels” in concomitanza con la giornata mondiale missionaria. I canti intonati dalla corale, così come le immagini riconducibili all’esperienza in Madagascar del maestro della corale Michele Patanè, hanno suscitato tanta commozione tra i presenti inducendoli a contribuire alla raccolta di risorse pecuniarie in favore dei bambini Malgasci. Ecco le parole del maestro della corale Michele Patanè: «Ancora una volta lo spirito di solidarietà, alimentato dalla nostra gratuita dedizione verso la popolazione malgascia, ha attecchito in un contesto locale che necessita di essere sensibilizzato anche per comprendere quali sono i veri valori cui attribuire un’aura di sacralità. Solo così ogni individuo può raggiungere e scaldare le periferie del cuore dell’altro:ovvero quelle parti più oscure che necessitano di premure».

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