Riposto, i “Percorsi” di Graziano Lobianco -
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Riposto, i “Percorsi” di Graziano Lobianco

Riposto, i “Percorsi” di Graziano Lobianco

Il cantautore della cittadina marinara etnea, dopo una lunga gavetta tra pub e villaggi turistici, ha inciso il suo primo lavoro discografico, all’insegna di sonorità tipicamente rock nelle quali s’innestano testi particolarmente intensi e profondi inneggianti all’ottimismo ed alla gioia di vivere

Riposto non si smentisce: la cittadina del porto dell’Etna, già “culla” dell’eminente maestro Franco Battiato, del paroliere Gianni Belfiore (autore dei popolari successi di Julio Iglesias), del mitico cantastorie Orazio Strano e di altre personalità di spicco del mondo della canzone, continua a sfornare talenti musicali.

L’ultimo “nato” è un professionista delle sette note ormai da diversi anni, ma che solo adesso è riuscito a coronare il “sogno” della sua prima incisione discografica (per l’etichetta “ELE Produzioni”), salutata positivamente sia dal pubblico che dalla critica.

Da un paio di settimane è, infatti, acquistabile presso i punti vendita delle maggiori città italiane o scaricabile dalle apposite piattaforme digitali (iTunes, Amazon, Google Play, ecc.) l’album “Percorsi” di Graziano Lobianco, trentaseienne cantautore ripostese, residente esattamente nell’ameno borgo marinaro di Torre Archirafi.

Come si evince soprattutto dall’ascolto dei suoi testi, siamo in presenza di un rocker decisamente colto, anche perché può vantare una laurea in Filosofia, cui hanno addirittura fatto seguito la vincita di un dottorato di ricerca e la pubblicazione “Filosofia e Postmodernità”, edita nel 2008 per i tipi della “Bonanno”.

Ma nonostante si profilasse per lui una brillantissima carriera accademica, Graziano Lobianco ha scelto di dedicarsi totalmente al suo “primo amore”, ossia l’arte di Euterpe, che pratica con passione e professionalità sin dall’età di tredici anni, quando la madre gli regalò una chitarra e lui buttò subito giù la sua prima composizione, intitolandola “Fare musica”.

Abbiamo incontrato questa nuova promessa della musica italiana direttamente “a casa sua”, ossia sul lungomare di Torre Archirafi nell’accogliente pub-pizzeria “Al Muretto” del simpaticissimo Sebastiano Ferrito, uno dei tanti ritrovi, assieme ai Villaggi “Valtour”, in cui Graziano ha fatto in tutti questi anni la sua brava gavetta proponendo al pubblico il proprio repertorio nonché gli immortali classici dei suoi modelli ispiratori, ossia i grandi cantautori italiani degli anni Settanta ed Ottanta.

Ma in questo suo esordio discografico, Lobianco ha voluto coniugare l’intensità tipica dei testi della canzone d’autore con le più moderne ed attuali sonorità rock, sapientemente ricreate al “Rock On Studio” di Catania da lui stesso alle chitarre ed alle tastiere, da Alessandro Rapisarda alla chitarra elettrica, da Fabio Puglia al basso, da Turi Platania alla batteria ed alle percussioni e dallo “special guest” Luca Galeano, gettonatissimo chitarrista catanese con all’attivo collaborazioni con acclamati big della canzone italiana (Edoardo Bennato, Ligabue, Max Gazzè, Gianluca Grignani, Francesco Renga, Sugarfree, ecc.).

Oltre che dalle orecchie, “Percorsi” si fa apprezzare pure dagli… occhi: il “packaging” del cd, infatti, è esso stesso un’opera d’arte grazie alla delicatissima copertina all’insegna di colori pastello, disegnata e dipinta a mano da Manuela Privitera, autrice anche delle illustrazioni a corredo dell’altrettanto elegante booklet interno.

– Caro Graziano, sbaglio o questo tuo primo cd non è una semplice raccolta di canzoni, bensì quel che si usa definire un “concept album”, ossia un insieme di brani ispirati tutti da un determinato tema?

«Esattamente. Le undici canzoni che ne fanno parte evidenziano, in linea generale, come da un evento negativo possa nascere un qualcosa di positivo: sono proprio questi i “percorsi” cui mi riferisco nel titolo che ho voluto dare a tale lavoro».

– Tra i vari brani di “Percorsi”, ce n’è qualcuno cui sei particolarmente legato?

«Diciamo che l’intero album fa parte di me, perché sia i testi che le atmosfere musicali di ogni canzone esprimono le mie emozioni, i miei stati d’animo e le mie esperienze di vita. Ma, in ogni caso, bisognava pur individuare un singolo, e la scelta è ricaduta su “L’elogio”, già presente nei palinsesti di molte radio e del quale è stato anche realizzato un videoclip, girato interamente a Catania, che ha già superato le mille visualizzazioni su You Tube. Quanto prima, comunque, sarà pronto anche il video della ballata rock “Raggio di luce”».

– Come stanno andando le vendite?

«Mi ritengo, al riguardo, estremamente soddisfatto in quanto, nell’arco di un paio di settimane, siamo riusciti a vendere oltre cinquecento copie, che non sono poche per un lavoro di un artista emergente come il sottoscritto».

– Dal punto di vista della promozione, quali “percorsi” (è proprio il caso di dirlo…) stai seguendo?

«Intanto la presentazione ufficiale del cd ha avuto luogo a Gela alla fine dello scorso agosto nell’ambito del prestigioso Premio Nazionale “Eleonora Lavore”, del quale si sono occupate pure le reti televisive Mediaset. A partire dalla fine di ottobre mi attende, inoltre, un tour che toccherà le principali città italiane. E, “dulcis in fundo”, in febbraio approderò all’importantissima vetrina nazionale di “Sanremo Doc”, ossia la manifestazione collaterale al Festival della Canzone Italiana e che agli artisti emergenti ammessi a parteciparvi dà una notevole risonanza mediatica».

– Per incidere “Percorsi” hai suonato tu stesso la chitarra acustica ed elettrica nonché le tastiere. Ma qual è il tuo strumento “del cuore”?

«Sicuramente la chitarra, da me utilizzata per ispirarmi e comporre. Ma a proposito della registrazione di “Percorsi”, desidero approfittarne per rivolgere un plauso ai valenti musicisti che ho avuto accanto e che hanno suonato veramente con il cuore, come si evince dal sound “vivo, caldo e puro” che caratterizza tutte le tracce dell’album».

– Dinnanzi ad un cantautore quale tu sei, sorge spontanea la “solita” domanda: quando componi cominci dal testo o dalla musica?

«La composizione, almeno per quanto mi riguarda, è il frutto di uno spontaneo incontro tra musica e parole, che si amalgamano pressoché contemporaneamente. La genesi dei miei brani non segue, pertanto, una metodica particolare: possiamo dire che il testo e la musica nascono all’unisono tentando di “convivere”; e quando ci riescono… ecco che nasce una canzone».

Rodolfo Amodeo

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