Riposto, sui danni della mareggiata "occorre fare chiarezza… subito!" -
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Riposto, sui danni della mareggiata “occorre fare chiarezza… subito!”

Riposto, sui danni della mareggiata “occorre fare chiarezza… subito!”

Riprendiamo e approfondiamo sul web un servizio, già pubblicato sul n. 3 dell’edizione cartacea del Gazzettino, relativo ai danni provocati all’interno del primo bacino portuale dalla forte mareggiata e all’azione di denuncia attuata dal sindaco Enzo Caragliano. Die seguito, la lettera inviataci dall’avv. Carmelo D’Urso contenete alcune valutazioni in merito alle affermazioni ed alle azioni intraprese dal Primo cittadino di Riposto

Forti danni causati dalla mareggiata al primo bacino portuale di Riposto: il sindaco Enzo Caragliano presenta un esposto alla Guardia di Finanza

 Il sindaco di Riposto Enzo Caragliano, dopo gli ulteriori, ingenti danni provocati dalla mareggiata dello scorso fine settimana al primo bacino portuale di Riposto, ha presentato, presso il Comando Compagnia della Guardia di Finanza di Riposto, un esposto denuncia. Il Primo cittadino ripostese, infatti, ha sottolineato che “dopo quanto è avvenuto con l’ultima mareggiata, si è reso necessario richiedere l’intervento dell’Autorità Giudiziaria per verificare se a carico dei progettisti, dei tecnici e degli amministratori pro tempore, siano ascrivibili illeciti, anche di carattere penale, nella progettazione e costruzione nonché nella gestione dei finanziamenti pubblici utilizzati per la costruzione del bacino del porto di Riposto. È evidente che, per Riposto, denominata a ragione la città del Porto dell’Etna, la possibilità dell’apertura della parte pubblica del porto turistico rappresenti un’occasione unica di rilancio dell’economia, e, proprio su questa circostanza, negli anni, strumentalmente, è stato più volte reso pubblico che il 1° bacino era di fatto pronto per la consegna alla collettività, mentre, come dimostrano gli ultimi accadimenti, il porto turistico di competenza comunale è praticamente inservibile”.

Il sindaco Caragliano, ricostruendo le vicende del porto, ha ricordato che già il 1° dicembre 2013, a seguito di un’altra mareggiata, i moli di ormeggio subirono ulteriori danni; si acclarò, con grande sorpresa, che le opere destinate all’ormeggio, puntualmente, riportavano danni pesanti anche in occasione di mareggiate non eccezionali. Proprio in occasione della mareggiata del dicembre scorso, è stato chiesto al Rup l’adozione dei necessari provvedimenti per evitare un aggravamento dei danni e, nel contempo, sono state sollecitate relazioni esplicative ai vari tecnici che hanno eseguito i lavori di ripristino.

“Ad oggi, mi risulta che l’impresa è impegnata nei lavori di riparazione dei danni, verificatisi il 1 dicembre scorso. A tal proposito – afferma il sindaco Caragliano – occorre evidenziare che il direttore dei lavori, ing. Salvatore Grasso, già progettista del 1° bacino, aveva ravvisato che la certificazione di regolare esecuzione dei lavori, dallo stesso emessa il 30-10-2013, risultava viziata, inducendolo ad adottare un provvedimento di sospensione della stessa. In data 2 febbraio, ho potuto verificare di persona che, a causa della mareggiata dello scorso fine settimana, il 1° bacino del porto ha riportato ulteriori, ingenti danni”.

C.S.

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Al sig. Direttore del Gazzettino Giarre

Con il comunicato stampa del Comune di Riposto, pubblicato a pag. 6 del Gazzettino dell’8 febbraio 2014 sotto il titolo “Occorre fare chiarezza… subito”, si dà notizia che il sindaco dott. Vincenzo Caragliano, dopo gli ingenti danni provocati dalla mareggiata della settimana precedente, ha presentato, presso il Comando Compagnia della Guardia di finanza di Riposto un esposto denuncia. Nel comunicato stampa alla notizia segue una lunga dichiarazione del sindaco, nella quale, fra l’altro, è detto che, dopo quanto avvenuto con l’ultima mareggiata, si è reso necessario richiedere l’intervento dell’Autorità Giudiziaria per verificare se a carico dei progettisti, dei tecnici e degli amministratori pro tempore siano ascrivibili illeciti, anche di carattere penale, nella progettazione e costruzione nonché nella gestione dei finanziamenti pubblici utilizzati per la costruzione del bacino del porto di Riposto.

L’esposto indirizzato alla Guardia di finanza, se si esclude che esso sia stato presentato per rinviare a tempo indeterminato l’accertamento della verità, appare un atto del tutto insensato. La Guardia di finanza e l’Autorità giudiziaria, dati i tempi della giustizia penale, supposto che siano stati commessi reati (il che io categoricamente escludo), potrebbero dirci qualcosa in via definitiva tra otto-dieci anni.

Il sindaco avrebbe dovuto seguire una strada ben diversa, da me indicata con un atto ispettivo del 3 febbraio u.s.: affidamento a un esperto di rilievo nazionale dell’incarico di esaminare tutti i progetti relativi al porto a partire dal piano regolatore generale per accertare se e a quale livello siano stati commessi errori; immediato intervento per eliminare i danni causati dall’ultima mareggiata ed evitare l’aggravarsi della situazione; esplorazione di tutte le vie per la realizzazione con assoluta rapidità del molo pennello in massi.

Ritengo a questo punto opportuno formulare alcune rapide considerazioni per offrire ai lettori una corretta informazione sulla problematica in oggetto.

Chi redige un piano regolatore portuale, nell’ambito del quale viene previsto un porto turistico, deve indicare tutte le opere indispensabili perché il moto ondoso nel bacino turistico non crei situazioni incompatibili con l’esigenza di sicurezza delle imbarcazioni ormeggiate. Deve, pertanto, verificare che in qualsiasi condizione la situazione interna al bacino turistico sia caratterizzata da un’oscillazione del livello dell’acqua nei limiti di 20-30 centimetri.

La mareggiata del 2009 ha messo in rilievo una situazione anomala. Si è ipotizzato allora che sugli effetti della mareggiata nel primo bacino avesse influito il mancato completamento della diga foranea fino all’attuale progressiva. Mancato completamento dovuto alle note vicende della ditta appaltatrice. l tecnici, tuttavia, hanno suggerito la realizzazione di un molo in massi trasversale rispetto al molo di risvolto, qualificando tale opera di adeguamento funzionale. Il progetto di tale molo è stato approvato dal Comune con la deliberazione della Giunta n. 126 del 12 ottobre 2010, adottata con la partecipazione dell’attuale sindaco nella qualità di assessore. Lo studio preliminare ambientale redatto dall’ing. Luca Cavallaro è stato acquisito dal Comune il 17 giugno 2013, cioè dopo le elezioni amministrative.

Nulla si è fatto in oltre sei mesi per dare impulso al procedimento per l’appalto dei lavori di realizzazione del molo in massi, opera oggi assolutamente indispensabile perché nel primo bacino del porto turistico si abbia quella condizione di quiete presupposto della sua agibilità. Solo il 24 gennaio 2014 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana l’avviso pubblico con il quale il sindaco ha reso nota la trasmissione all’Assessorato territorio e ambiente del progetto e dello studio di prefattibilità ambientale relativo alle “Opere per la protezione dello specchio acqueo del 1° bacino del porto turistico di Riposto” per gli adempimenti connessi alla verifica di assoggettabilità alla procedura di valutazione di impatto ambientale.

Le ultime mareggiate hanno ulteriormente messo in rilievo l’assoluta necessità del molo predetto, da me ribadita nel corso del dibattito in consiglio comunale dedicato alle problematiche del porto. Il completamento della diga foranea fino all’attuale progressiva non si è rivelato idoneo a garantire l’agibilità del primo bacino del porto turistico. Non sono in grado di precisare in quale misura abbiano influito sugli effetti della mareggiata nel primo bacino il carattere riflettente del molo divisorio dei due bacini realizzato dalla società Marina di Riposto e la circostanza che tale molo nella parte est, lato nord, sia stato realizzato sulla base di una variante del piano regolatore del porto a suo tempo approvata dall’organo tecnico competente.

Se valutazione erronea c’è stata, essa è da imputare ai tecnici che hanno effettuato oltre venticinque anni fa lo studio idraulico-marittimo finalizzato alla costruzione del porto turistico. Essi sono i medesimi che negli anni ottanta hanno redatto il piano regolatore del porto. Tecnici di grande valore fra i quali, con funzione di coordinatore, un prestigioso ingegnere docente universitario, che ha progettato in Sicilia numerosi porti turistici. Alla luce delle suesposte considerazioni l’inutilità della denuncia alla Guardia di finanza appare di un’evidenza solare anche alla persona più sprovveduta. Perché allora la denuncia è stata presentata?

Con l’occasione La ringrazio e porgo il mio deferente ossequio.

Riposto, 12 febbraio 2014.

Carmelo D’Urso

consigliere comunale

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