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Francavilla di Sicilia: “addio” al Consiglio Comunale?

Francavilla di Sicilia: “addio” al Consiglio Comunale?

Il civico consesso della cittadina dell’Alcantara rischia lo scioglimento per non aver approvato, nell’ultima seduta, il Bilancio 2013 predisposto da un commissario regionale. Sarebbe questa l’estrema e più grave conseguenza della rottura tra il sindaco Lino Monea ed il suo predecessore e “grande sponsor” Salvatore Nuciforo

A Francavilla di Sicilia, dopo oltre un anno e mezzo di estenuante “braccio di ferro” tra il sindaco Lino Monea ed il Consiglio Comunale, alla fine a capitolare potrebbe essere quest’ultimo: tutti i membri del civico consesso francavillese rischiano, infatti, di decadere non avendo la maggior parte di loro (ossia gli otto consiglieri dei due gruppi d’opposizione “Democrazia è Libertà” ed “Uniti per Francavilla”) dato il loro benestare, nella seduta della scorsa settimana, al Bilancio 2013 predisposto dal commissario regionale Giuseppe Petralia, inviato nella cittadina dell’Alcantara per sostituirsi all’organo consiliare locale che non era riuscito ad esitare ed approvare l’importante documento contabile entro il termine ultimo fissato dalla legge.

Mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo in quanto alcuni consiglieri starebbero vagliando la sussistenza dei requisiti per “salvare il salvabile” in quanto, ai sensi del regolamento comunale ed a quanto asserito dallo stesso commissario, ci sarebbero ancora un paio di settimane di tempo per discutere ed approvare lo strumento finanziario.

In effetti, il funzionario venuto da Palermo ha convocato la seduta consiliare sul controverso Bilancio appena un paio di giorni dopo il suo insediamento, senza che i consiglieri comunali potessero adeguatamente prendere visione del suo operato. Da qui la “corrosiva” lettera aperta che i consiglieri Paolo Spatola, Antonino Raspa e Filippo Grifò, del gruppo d’opposizione “Democrazia è Libertà”, hanno nei giorni scorsi indirizzato al presidente del civico consesso Alessandro Vaccaro accusandolo di eccessiva partigianeria in favore del sindaco Monea e dei pochi consiglieri comunali rimasti fedeli a quest’ultimo.

«Ringraziamo il Presidente del Consiglio – scrivono sarcasticamente i tre – per non averci comunicato la data di arrivo del Commissario ad acta e per averci spudoratamente mentito nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, dicendoci che in quella seduta si doveva immancabilmente votare il Bilancio, senza possibilità di conferire con il Commissario. Ma, grazie a Dio, esistono i telefoni, pure per rintracciare il Commissario e rendersi conto che il nostro Presidente del Consiglio è stato ancora una volta nostro… garante! Infine un ultimo “grazie” al Presidente del Consiglio per quando, per il bene del paese e per senso di responsabilità, accetterà  di ricoprire l’incarico di assessore al posto del dimissionario Rosario Sorbello, il cui abbandono dell’Amministrazione Monea, peraltro, non è stato ancora comunicato al Consiglio Comunale. Alla fine, caro Presidente, di noi quindici consiglieri se ne potrebbe salvare solo uno: guarda caso… Lei!».

Ed in effetti, polemiche e “satira politica” a parte, qualora l’organo consiliare francavillese dovesse realmente decadere, per i restanti tre anni e mezzo di legislatura al timone del Comune dell’Alcantara rimarrà solo il primo cittadino Lino Monea coadiuvato dai suoi assessori. «E’ la volta buona – dichiara al riguardo l’ex sindaco Salvatore Nuciforo, oggi consigliere di “Uniti per Francavilla” ed acerrimo avversario del suo successore – per vedere cosa è capace di fare questa Amministrazione che, totalmente priva di senso della democrazia e capacità di dialogo, ha sempre considerato un impaccio il nostro Consiglio Comunale. Forse, da “sola”, si potrà “muovere meglio”, dando alla comunità francavillese tutte quelle risposte che non ha saputo dare in un anno e mezzo. Per quanto ci riguarda, noi consiglieri comunali abbiamo… tolto il disturbo, anche se, da semplici cittadini, non rinunceremo certo a fare politica ed a controllare, sia pur dall’esterno, l’operato degli amministratori. Ma resta sempre valido l’invito che rivolgiamo a Monea affinché, dopo averci portato a questa mortificante situazione, rassegni, per dignità politica, le dimissioni».

Il sindaco ed i suoi fedelissimi, dal canto loro, hanno duramente reagito a quello che si presenta, innanzi tutto, come un “fallimento della democrazia”, visto che il Consiglio Comunale è l’organo rappresentativo per eccellenza dell’elettorato locale. Attraverso conferenze-stampa e volantini, il primo cittadino, i sei consiglieri che continuano a sostenerlo (Vaccaro, Di Natale, Bardaro, Musumeci, Scirto e Tizzone) ed, ovviamente, gli assessori hanno severamente condannato gli esponenti delle due fazioni avverse i quali, essendo in maggioranza, hanno determinato la mancata approvazione del Bilancio ed il probabile scioglimento dell’organo consiliare. «Ci troviamo di fronte – hanno dichiarato e scritto i “moneiani” – ad un comportamento irrispettoso e scellerato nei confronti dei francavillesi. Con le loro strategie politiche spregiudicate ed i loro sterili personalismi, questi otto consiglieri hanno tradito il mandato ricevuto dagli elettori, venendo meno alle loro responsabilità, probabilmente perché incapaci di affrontare i problemi del paese. Ma questa Amministrazione ed i consiglieri che l’abbiamo sostenuta, pur essendoci stata tolta la possibilità di portare a termine il nostro mandato, continueremo a lavorare nell’interesse della nostra comunità con entusiasmo, dedizione e coraggio».

Intanto, mentre stiamo per andare in stampa, il giovane capogruppo di “Uniti per Francavilla”, Andrea Lo Presti, ci informa di aver contattato telefonicamente (così come aveva fatto nei giorni scorsi anche il consigliere Spatola) il commissario Petralia, il quale gli avrebbe confermato che per discutere, eventualmente modificare ed, infine, approvare il Bilancio 2013 del Comune di Francavilla ci sono a disposizione trenta giorni dopo l’originaria seduta consiliare; il civico consesso francavillese, pertanto, sarebbe ancora in tempo per “salvarsi”. «Ed invece – sottolinea con rammarico il consigliere Lo Presti – la cosiddetta “maggioranza relativa” ci ha fatto credere che non c’era più tempo e che il tutto dovesse essere approvato subito, e senza battere ciglio, in una sola sera! Mi chiedo se questa è democrazia…».      

Sta di fatto che, qualora il Consiglio Comunale francavillese dovesse essere sciolto, il “divorzio” tra l’attuale sindaco Lino Monea ed il suo predecessore ed ex “grande sponsor” Salvatore Nuciforo si sarebbe consumato nella maniera istituzionalmente più traumatica. Se a votare contro il Bilancio 2013 fossero stati solo i cinque consiglieri comunali dell’originaria compagine d’opposizione “Democrazia è Libertà”, ci sarebbe stato ben poco di che scandalizzarsi in quanto in politica ognuno deve pur recitare il proprio ruolo. Il capo dell’Esecutivo francavillese ed il suo entourage dovrebbero, invece, preoccuparsi solo ed esclusivamente dei tre consiglieri “ribelli” della loro ex maggioranza, costituitisi oltre un anno fa nel gruppo autonomo (ma, di fatto, all’opposizione) “Uniti per Francavilla”, avente come “padre ispiratore” l’oggi consigliere Nuciforo. E, facendosi il cosiddetto “esame di coscienza”, l’attuale primo cittadino ed i suoi “supporter” dovrebbero recitare il “mea culpa” per non aver esperito alcun tentativo di dialogo affinché si sedassero i malumori dell’ex sindaco, che peraltro, alle elezioni amministrative del 2012, ha avuto un ruolo determinante (con i suoi oltre trecento voti di preferenza personali) nella vittoria di Monea e della sua lista, salvo poi sentirsi improvvisamente estromesso dalla “corte” del suo successore, il quale ha risposto “picche” alla comprensibilissima richiesta di Nuciforo di poter avere un uomo di fiducia in seno alla Giunta. Così, in questi diciotto mesi all’insegna di veleni e rancori, il sostegno dell’aula consiliare all’Amministrazione Comunale si è andato sempre più assottigliando.

Adesso (attraverso contatti col commissario “ad acta” ed appellandosi a normative varie) si sta lodevolmente tentando di riportare in vita “in extremis” l’organo consiliare francavillese: ma che senso ha se il male (ossia la spaccatura tra Monea e Nuciforo) non viene estirpato alla radice?! Si continuerà ad assistere sempre al solito tragicomico “teatrino” e ad un’attività amministrativa che non riesce a spiccare il volo per come dovrebbe.

Meglio dunque, come ha detto “qualcuno”, togliere il disturbo. Almeno fino a quando il Comune di Francavilla di Sicilia non sarà capace di esprimere una democrazia “compiuta”.

Rodolfo Amodeo    

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