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Dal patibolo alla gloria

Dal patibolo alla gloria

Ines de Castro protagonista, a Riposto nel “Natale di Mille Colori”, con l’esibizione dei soprani Maria Dragoni e Roberto Cresca e l’introduzione del prof. Salvatore Statello, unico “esperto italiano” sulla storia della bellissima donna

Durante le festività natalizie Riposto ha avuto l’onore di ospitare Maria Dragoni, uno dei pochi soprani drammatici d’agilità, vincitrice al concorso televisivo “Maria Callas”, e l’unica donna in grado di poter interpretare il melodramma Ines de Castro di Giuseppe Persiani, composto “su misura” per l’eccezionale voce di Maria Malibran, cantante lirica del primo Ottocento, che poteva cantare ruoli di contralto, mezzosoprano, soprano e, persino, di tenore. E una voce così straordinaria, ai nostri giorni la possiede proprio la Dragoni, scelta nel 1999, nella ricorrenza del musicista recanatese, e dando prova, durante il concerto, di questa voce unica, proponendo uno dei passi più difficili del melodramma: “Quelle lagrime scorrenti”.

Il soprano era accompagnato, durante il concerto, dal giovane tenore Roberto Cresca, anche lui dotato da una voce straordinaria, che ha compiuto gli studi al Conservatorio S. Cecilia di Roma e al Teatro Marrucino di Chieti. Al pianoforte ha accompagnato i duo, il M° Gianfranco Pappalardo-Fiumara, a noi tutti noto per la sua bravura.

Dovendo proporre anche un solo brano della Ines de Castro (forse l’opera del Persiani, in questa circostanza è stata molto sottovalutata anche da chi doveva esserne competente) a Riposto, non poteva mancare la presenza del prof. Salvatore Statello, “unico esperto in Italia su Ines de Castro”, com’è stato detto durante la serata. Ad inizio della conferenza, il prof. Statello, molto commosso, ha ricordato che proprio quel giorno ricorreva il 54° anniversario della morte di Albert Camus, e che, tre giorni dopo, sarebbero ricorsi 659 anni dalla decapitazione di Ines de Castro, donna bellissima ma sfortunata. L’oratore ha illustrato brevemente quella “metamorfosi che dal patibolo porta alla gloria”, per cui Ines, grazie alle dottrine umanistiche introdotte in Portogallo alla fine del Quattrocento, da donna intrigante, divenne “simbolo dell’amore puro, sacrificato alla ragion di Stato”. Avvenne così che il re, Alfonso IV di Portogallo, impedendo ad Ines di diventare regina di Portogallo, ne fece “una regina di un regno atemporale, che è quello della poesia”. Dalla letteratura, il soggetto, nel Settecento, grazie al nostro Metastasio è passato alla musica lirica e al balletto.

Invece della musicologa Paola Ciarlantini, docente di Poesia per la Musica e Drammaturgia musicale al Conservatorio Musicale “N. Piccinni” di Bari, che all’ultimo momento è stata impedita a presenziare, è stata la stessa Maria Dragoni a parlare dell’opera del Persiani e della prima interprete, Maria Malibran, dicendo addirittura che dopo il suo impegno per questo difficile melodramma, ha perfezionato la sua interpretazione di alcune opere, come l’Aida del Bellini, per esempio. Precedentemente, Statello aveva incontrato Maria Dragoni, alla quale, durante un colloquio cordiale e molto affabile, offrendo il suo saggio su Ines, nel quale la Dragoni è stata anche citata, ha illustrato la vicenda storica e la molteplice produzione letteraria europea che ruota attorno al mito di Ines.

Durante il concerto sono stati proposti brani di Verdi, Donizzetti, Bellini, Bizet, Leoncavallo, Puccini, Mascagni e Mozart.

Tra il numeroso pubblico che affollava il Salone comunale di Riposto, per l’eccezionale presenza di Maria Dragoni e di Roberto Cresca, vi erano ospiti venuti dalla Lombardia, attratti dalla eccezionale serata, ma anche dalla bellezza del paesaggio e della ridente cittadina marinara, nonché del porto turistico.

Salvatore Rubbino

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