Solennità di Tutti i Santi -
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Solennità di Tutti i Santi

Solennità di Tutti i Santi

L’idea di una commemorazione liturgica collettiva di tutti i Santi Martiri – e infatti, solo a loro la Chiesa antica attribuiva il culto – nacque e si concretizzò dapprima in Oriente. Ad Antiochia si celebrava la prima domenica dopo Pentecoste, cioè alla conclusione del tempo pasquale, mentre, ad Edessa, una festa analoga aveva luogo il 13 maggio. Ma già in Siria orientale nel 417 si faceva memoria di “Tutti i Martiri” nel venerdì dell’ottava dopo Pasqua. Questa triplice tradizione orientale si diffuse ben presto in Occidente: avrà prevalenza sulle altre date il 13 maggio per il fatto che nel 609 Papa Bonifacio IV, ottenuto il Pantheon dall’imperatore Foca, lo consacrò Basilica cristiana in onore di Maria Vergine e di Tutti i Martiri con il nome di “Sancta Maria ad Martyres”.

Un nuovo impulso in Roma fu dato al culto non solo dei Martiri, ma anche a quello di “Tutti i Santi”, da Gregorio III nel 741. Poi Alcuino († 804), che fu un ardente zelatore di questa festa sul Continente, scrive nel 789 ad Arn, vescovo di Salzburg, per istituire alle Calende di novembre (1° novembre) la festa di “Tutti i Santi”. È, comunque, certo che, già prima dell’Ottocento, in Irlanda, in Inghilterra, in Baviera e in alcune chiese della Gallia, si celebrava, il 1° di novembre, una festa che il calendario irlandese chiama dei “Santi d’Europa”. Anni dopo, e precisamente nell’835, Papa Gregorio IV esortava l’imperatore Ludovico il Pio perché, con decreto, ordinasse la celebrazione della festa di “Tutti i Santi” nei suoi stati il primo novembre, come ci attesta un autore contemporaneo, Adone († 874), nel suo Martyrologium. Ed è proprio da allora che l’“Ognissanti”, da festa locale di Roma e di qualche Chiesa in particolare, cominciò ad essere generale e si diffuse in tutta l’Europa latina, tant’è che il “Sacramentario” di Padova di quel tempo già contiene le orazioni.

Nella solennità di “Tutti i Santi” la Chiesa intende invocare e solennizzare non soltanto quelli che da “Lei” sono stati beatificati o canonizzati, ma «omnes simul electos, qui visione beatifica fruuntur, etiam non canonizatos», cioè “insieme tutti gli eletti, che fruiscono della visione beatifica, anche i non canonizzati” (Piacenza, De festo omnium Sanctorum; Vacandard, La Toussaint; Righetti, Storia liturgica).

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